Intervista a Giuliano Bottelli, Active Member EQ Biz

Chi è Giuliano Bottelli? 

Mi sento una persona piena di passioni e desideri che mi proiettano in uno stato di continua evoluzione e ricerca: come marito e come padre in famiglia, come imprenditore e viaggiatore della comunicazione, come esploratore di forme di espressione e connessione.
Vivo consapevolmente in una narrazione costante attraverso la quale cerco di generare valore per me e per gli altri: ogni momento può acquistare sapore e rilevanza, quando il racconto che lo accompagna ne esprime l’intenzione e ne descrive l’orizzonte di senso.
Per questo le mie relazioni con le persone, con il mondo materiale e con il trascendente sono ricche di simboli, di ritualità, di gesti e messaggi che vogliono celebrare la straordinarietà dell’ordinario, del quotidiano.

Quale viaggio l’ha portato ad allenare e a far allenare l’Intelligenza Emotiva? 

Tutta la mia vita è segnata dalla logica degli incontri: persone che all’improvviso mettono nella tua storia un punto di discontinuità e, a volte senza saperlo, innescano un processo di cambiamento profondo o di innovazione.
È stato così anche per l’Intelligenza Emotiva (IE): un po’ di anni fa ho conosciuto Feliziano Crisafulli, che sarebbe diventato in seguito uno dei partner di Dual, la mia Agenzia di Comunicazione. Lui stava uscendo da una esperienza in una grande multinazionale e stava seguendo un percorso di formazione su diversi fronti: mi raccontò della sua certificazione come SEI Assessor Six Seconds e mi propose di fare un assessment con lui. Mi diede il feedback sul Leadership Report.
Da lì intuii che c’era qualcosa di estremamente potente e innovativo per la mia vita e per l’azienda. Per questo ho seguito tutto il percorso di certificazione Six Seconds, fino alla Masterclass in Messico nel 2020 e, con lui, abbiamo iniziato a studiare e disegnare nuovi modelli per approcciare il Marketing e la Comunicazione a partire dall’IE.

Di cosa si occupa in EQ Biz?

Marketing e Comunicazione, appunto. Abbiamo messo in relazione diversi modelli esistenti, come lo studio degli Archetipi di Jung applicato al branding fatto da Margareth Markt, con la dimensione emotiva. Ogni archetipo di brand ha delle emozioni attivanti, delle emozioni che ne sostengono la credibilità e la sua presenza nell’arena del mercato e delle emozioni che genera nel consumatore.
Tutto questo arricchisce e completa la descrizione della brand essence wheel: una mappa che molti reparti di marketing, soprattutto del settore B2C, già utilizzano da anni. Ma spesso questi strumenti di indirizzo strategico, su cui si basano poi i briefing di comunicazione, rimanevano poveri per quanto riguardava la componente emozionale del brand.
Eppure la comunicazione dovrebbe fare leva soprattutto sulle emozioni, perché di fatto il 95% delle nostre decisioni di acquisto avvengono basandosi sulle informazioni emotive e solo successivamente la nostra ragione le giustifica.
Analogamente abbiamo sviluppato uno strumento che intreccia i Brain Styles con gli stili di Influencing e con i bisogni del target. Un esperimento interessante è stato quello di provare a definire la buyer persona attraverso il profilo di intelligenza emotiva che ci viene offerto dai Brain Styles.
Ecco, di fatto contaminiamo e forse rinnoviamo il marketing e la comunicazione d’impresa con l’IE.

Cosa lega l’Intelligenza Emotiva e la sua area di expertise?

Il marketing e la comunicazione possono essere descritti come una relazione triangolare tra tre differenti “persone”: il brand (ormai è abbastanza usuale e accettato il fatto di considerare la marca come un soggetto con una propria personalità), le persone dell’azienda, la buyer persona o target.
La relazione tra queste personalità costituisce un ecosistema dove la maschera (questo è il significato latino della parola “persona”) svolge il suo doppio ruolo di rappresentare e di fungere da cassa di risonanza della voce interiore. L’IE è la competenza che sta dunque alla base di tutte queste relazioni e potenzia l’efficacia della comunicazione tra di esse.
Ma non basta. L’IE è soprattutto la competenza che un team di marketing e di comunicazione, come quello della nostra Agenzia, deve costantemente allenare e far crescere proprio per poter sviluppare progetti emotivamente intelligenti, cioè efficaci. Capaci di attivare la decisione di acquisto.

Qualche episodio o esperienza di successo da raccontare?

Uno dei casi più sorprendenti e incoraggianti è stato quello di un marchio del settore B2B: Enartis.
Si tratta di un brand leader nei coadiuvanti enologici che vende quindi biotecnologie ed altri prodotti alle cantine: abbiamo ridefinito il posizionamento del brand sul mercato e ridisegnato il marchio, con tutta la sua identità grafica utilizzando l’intera suite dei nostri modelli e percorsi consulenziali.
Abbiamo lavorato in team con il cliente per diversi mesi, fino a costruire un nuovo format di briefing che offrisse ai nostri art director e designer tutte le informazioni necessarie, anche e soprattutto quelle emozionali.
Il risultato vero non è stato il nuovo logo o la nuova corporate identity, ma la fluidità dei processi strategici e creativi che da quel momento ha caratterizzato la nostra collaborazione con il cliente.

Un messaggio alle aziende e ai manager in ascolto?

Indipendentemente dall’area di applicazione, l’allenamento dell’IE è veramente un booster per le proprie competenze tecniche: agisce come moltiplicatore del potenziale. Qualsiasi.

Marketing e Comunicazione

Il marketing, la comunicazione e gli eventi che agiscono sulla principale leva decisionale: le emozioni del target

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