In un recente articolo su Bianco Lavoro viene portato un tema con cui le organizzazioni si stanno confrontando: le leve della policy remuneration, che sono state una strategia per alimentare motivazione e riconoscimento per le generazioni che ad oggi ricoprono spesso ruoli manageriali e di dirigenza, non sono più adeguate e sensate per le nuove generazioni. E così sembra che ci sia una sorta di gara tra policy reuneration o work life balance. Personalmente penso che sia necessario per le organizzazioni mettersi in discussione rispetto a modelli e modalità che sono state efficaci e fondamentali, nel 900, per l’organizzazione del lavoro e la crescita, ma che ormai risultano obsolete e non in grado di creare le migliori condizioni perchè le persone possano esprimere il loro potenziale in benessere, fattore fondamentale per risultati e performance.
Chiunque “frequenti” LinkedIn, quotidianamente legge di articoli, dati, statistiche, ricerche che pongono questioni fondamentali in merito alle organizzazioni:
- le persone sono alla ricerca di un senso o proposito profondo nell’ambito della professione e dell’organizzazione a cui appartengono;
- i vecchi parametri di carriera o monetari non attraggono più le nuove generazioni;
- si ricerca l’arricchimento della propria professionalità o mansione;
- aumentano i professionisti, anche ad altissimi livelli, che si licenziano in quanto non più disposti a rispondere alle richieste del modello di business capitalistico;
- aumenta il burn out professionale e il depleted, ovvero la sensazione fisica, psicologica ed emotiva dell’esaurire velocemente le proprie risorse;
- le persone “lasciano” le organizzazioni e i leader che non sono capaci di creare contesti di benessere;
- il benessere mentale è ad oggi un tema centrale per le organizzazioni.
Manuela Paselli, Active Member EQ Biz
Trasformazioni organizzative
Valorizzare il capitale emozionale dell’azienda e degli stakeholder interni ed esterni al fine di ottimizzare l’impatto sociale dell’impresa