In un’epoca segnata da sfide senza precedenti, il convegno organizzato da Este si è distinto per la sua audacia e la capacità di offrire profonde riflessioni sul futuro dell’impresa e della società. Tra gli innumerevoli spunti, emergono tre tappe fondamentali che descrivono il canovaccio del mio personale viaggio di senso all’interno della due giorni milanese e delineano un nuovo paradigma per il mondo organizzativo.

Umanità e Tecnologia: Una Convivenza Possibile?

Umberto Galimberti, con la sua prospettiva unica di filosofo, saggista e psicoanalista, solleva un interrogativo cruciale sull’era tecnologica che stiamo vivendo. La prevalenza della razionalità della tecnica, con il suo culto dell’efficienza e della produttività, sembra mettere in ombra dimensioni vitali dell’esistenza umana quali l’amore, la fragilità e la creatività. Galimberti ci interpella sulla difficoltà, se non l’impossibilità, di generare un’etica della responsabilità in società avanzate tecnologicamente, spingendoci a riflettere sull’importanza di ricondurre l’umanità al centro del discorso aziendale e sociale.

L’Anomalia Emotiva: Un Cambiamento di Prospettiva

Il racconto di Michele Bertola, attuale presidente ANDIGEL e nel 2020 Direttore Generale del comune di Bergamo, attraverso l’esperienza dolorosa ma illuminante della gestione delle vittime del COVID a Bergamo, mette in luce l’importanza dell’emozione come forza dirompente e positiva. Un racconto commevonte il suo. La storia di come un’anomalia in quel sistema di cui parla Galimberti, abbia permesso a tante famiglie di far rispettare l’ultimo desiderio a decine e decine di persone: la cremazione. Le immagini della dozzina di convogli militari che trasportavano le salme è negli occhi di tuttə ed è frutto di una persona coraggiosa che non si è arresa ad un processo efficiente, che avrebbe preteso l’interramento dei defunti, ma ha alzato il volume delle proprie emozioni e ne ha ascoltato la saggezza: “non abbiamo permesso alle famiglie di stare con loro in ospedale per confortarli, non abbiamo permesso loro un ultimo sguardo una volta morti, non abbiamo permesso di celebrare il loro funerale……non possiamo togliere a queste famiglie anche l’ultimo desiderio del/la loro caro/a”. L’anomalia emotiva che ha permesso di superare le fredde logiche di efficienza a discapito dell’umanità, ci ricorda il potere dell’amore e della compassione ed ha avviato un processo di collaborazione virtuoso con le amministrazioni di altri comuni. Questa lezione di umanità ci invita a riconsiderare il valore delle emozioni nell’ambito lavorativo ed organizzativo.

Nobiltà d’Impresa: Oltre il “Business is Business”

Stefano Zamagni, illustre economista, ci apre gli occhi sull’importanza di riscoprire il concetto di nobiltà nell’imprenditoria. La critica al cinismo dell’adagio “Business is Business” ci sprona a rifiutare la giustificazione di scelte miopi ed egoistiche che non apportano valore al sistema. L’invito a un’etica d’impresa è una vera e propria chiamata a ripensare all’organizzazione a partire dal valore che può produrre nel sistema di cui fa parte e non a discapito di esso con il solo scopo di ottenere profitto. Anche gli impatto di attività di corporate social responsibility ne escono ridimensionati perché operazioni più somiglianti ad un modo di lenire la coscienza di imprese consapevoli di alimentare il circolo vizioso di sofferenza che viviamo oggi.

Cosa mi porto a casa?

Tante emozioni, alcune piacevoli ed altre spiacevoli….
Sicuramente un quadro del mondo delle organizzazioni tanto chiaro quanto triste e di come l’Intelligenza Emotiva e l’obiettivo nobile siano i nuovi strumenti per un nuovo modo di pensare e vivere l’organizzazione stessa. Una risposta potente che vede di nuovo l’emozione al centro affinché la formazione nelle aziende non sia più intrattenimento ma sia coraggiosa e di profondità. L’azienda può diventare un luogo di nutrimento altrimenti la tanto osannata settimana corta rischia di essere un’operazione di facciata e basta. La classica risposta vecchia, perché lavora sulla una mera riduzione del numero di ore passate in azienda, a problemi nuovi quali basso engagement, perdita di senso, infelicità, stress, burnout.  L’offerta formativa deve diventare sempre più progettuale, di senso e rispondente agli attuali bisogni, prettamente emozionali, di una popolazione aziendale che non vuole più essere trattata da elementi produttivi ma da PERSONE.  Le riflessioni emerse dal convegno delineano un panorama complesso per il mondo delle organizzazioni. L’integrazione dell’intelligenza emotiva e di un approccio etico e responsabile nella vita aziendale rappresenta non solo una sfida, ma una necessaria evoluzione verso un modello organizzativo più umano e sostenibile.

Che dite, invertiamo il trend insieme?

Lorenzo Fariselli, Direttore EQ Biz

Trasformazioni organizzative

Valorizzare il capitale emozionale dell’azienda e degli stakeholder interni ed esterni al fine di ottimizzare l’impatto sociale dell’impresa

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