“Vedere il mondo in un granello di sabbia
E il paradiso in un fiore selvatico
Racchiudere l’infinito nel palmo della mano
E l’Eternità in un’ora
William Blake”
Cosa hanno in comune persone come Isaac Newton, Luis Sepulveda, Thomas Jefferson, Johann Sebastian Bach, Bruce Chatwin, Michael Faraday, Leonardo Da Vinci?
Tutti avevano l’abitudine di usare quotidianamente un taccuino nel quale scrivevano e disegnavano in modo compulsivo. Inaspettatamente, soprattutto per gli scienziati, quelle note non erano ben strutturate ma piuttosto una collezione di appunti, disegni, pensieri, persino poesie…
Erano geniali perché scrivevano o scrivevano perché erano geniali? Difficile a dirsi. Ma è stato dimostrato che questa tecnica di scrittura ha un potere eccezionale.
Una delle ragioni è che secondo la prima legge della psicologia comportamentale ogni volta che scriviamo una percezione o un’idea rinforziamo il comportamento di essere percettivi e creativi. Ogni volta che non lo facciamo rinforziamo l’opposto, ovvero il non essere percettivi e creativi.
Inoltre il potere della scrittura è legato al modo in cui lavora la nostra mente. Il nostro subconscio genera 24 ore al giorno un costante flusso di immagini, idee, sensazioni sottili e molte di queste sono piene di significato ed intuizioni. Purtroppo siamo condizionati ad ignorarle. Così queste intuizioni che “emergono” per breve tempo ritornano nel profondo del nostro subconscio e sono perdute. A meno che non troviamo un modo per catturarle e riutilizzarle. Questo può essere fatto facilmente scrivendo nel momento esatto in cui appaiono.
E ancora, scorrendo i nostri appunti potremo beneficiare di un effetto che gli Induisti chiamano drastha. Che significa “testimone” o “osservatore”. Rivedere i nostri appunti ci consente infatti di essere spettatori del nostro delicato e sottile flusso di percezioni ed emozioni e aumentare la nostra autoconsapevolezza.
Il taccuino può essere quindi un grande alleato, soprattutto per quanto riguarda la creatività.
Un errore spesso compiuto al lavoro è quello di chiedere alle persone di essere creative così su due piedi, nello spazio di una breve riunione. La creatività richiede invece incubazione e la possibilità della mente di vagare e raccogliere materiale. Un altro errore è quello di avere la pretesa che la nostra idea creativa debba essere perfetta, fattibile e concreta immediatamente, anzi secondo la nostra esperienza questa è un’ansia, un blocco, che ferma davvero le persone nel tentativo. Invece il processo creativo richiede prima di “raccogliere” materiale, e poi “cambiare” cappello e dedicare del tempo per rendere quel materiale utile. Insomma… un taccuino può essere un alleato preziosissimo. Come usarlo quindi? Semplicemente scrivendoci sopra ogni idea, immagine, frase, parola che vi viene in mente o un’emozione che provate.
Senza essere selettivi o cercare una struttura. Magari all’inizio potrà sembrare strano ma insistendo sarà sempre più facile e potrete così scoprire l’enorme potenziale intuitivo e creativo che è sempre stato dentro di voi.
Paolo Mazzaglia, Active Member EQ Biz
Crescita e Innovazione
La capacità di fare innovazione, risolvere i problemi ed applicare la creatività in tutto quello che facciamo è oggi fondamentale sia per la sopravvivenza delle organizzazioni sia per creare un mondo ed un futuro migliori.