Usciamo dalla zona di comfort. Possiamo crescere solo se siamo disposti
a sentirci a disagio ed in difficoltà provando qualcosa di nuovo.
Brian Tracy

Le emozioni spiacevoli o scomode non sono mai state viste di buon occhio, ed in un certo modo è evidente il perché, tanto che comunemente (e precipitosamente…) le etichettiamo come “negative”. Al contrario la gioia, la felicità e la soddisfazione sono al primo posto tra gli obiettivi della maggior parte di noi, sono le emozioni che inseguiamo.

Eppure le tanto neglette e più che mai nascoste, soffocate, ignorate emozioni spiacevoli hanno una loro importantissima utilità: come qualsiasi altra emozione, vengono per dirci qualcosa. Come il dolore, quello fisico. Che non è altro che un campanello d’allarme che segnala qualcosa che merita la nostra attenzione. E soprattutto ci dice in modo chiaro ed inequivocabile “fai qualcosa”.

Di fatto le emozioni scomode diventano l’elefante nella stanza solo se evitiamo di accoglierle, accettarle, ascoltarle e scegliere di farci qualcosa. È cosa decidiamo di farci con quell’emozione il punto cruciale, non l’emozione in sé. Che invece dovrebbe metterci immediatamente in moto. Come?

Andando, per esempio, ad investigare cosa l’ha originata e a quali domande mi invita a rispondere. Semplice a dirsi ma difficile a farsi. Perché serve allenamento, e spesso le azioni correttive implicano uscire dalla nostra zona di comfort, prendere dei rischi, decidere nuovamente. Dare il via a piccoli o grandi processi di innovazione! E si sa che lo status quo appare confortevole proprio perché non bisogna prendere nuove decisioni ed è tutto già regolato. Ed ecco che ci si trova intrappolati in un loop che alla fine può incancrenirsi e diventare permanente parte di noi. A meno che il dolore non diventi insopportabile, e allora saremo costretti ad agire, ma in panico, in modo disordinato e nevrotico a tutto svantaggio della qualità ed intenzionalità delle nostre azioni.

Conviene invece prendersi cura delle nostre emozioni – tutte! – subito considerandole dei veri e propri campanelli di allarme che segnalano che è “tempo ascoltare, accettare e, probabilmente, di cambiare qualcosa”.

Paolo Mazzaglia, Active Member EQ Biz

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