Ti sei mai chiesto cosa potrebbe significare per un’azienda avere collaboratori più performanti?
Significherebbe raggiungere una maggiore produttività ed efficienza nel lavoro? Riuscire ad eseguire e portare a termine determinati compiti/azioni/attività in tempi e modalità più soddisfacenti e con maggiore efficienza?
E tutto questo cosa potrebbe voler dire?
Probabilmente, un uso di metodologie e processi organizzativi più efficienti, una gestione appropriata delle risorse, del tempo, delle attività e così via. Potrebbe voler dire maggiore benessere…
Collaborare per un’azienda in cui metodologia e processi organizzativi, relazioni, comunicazione e gestione “funzionano”, potrebbe davvero significare benessere per tutti gli attori in scena: collaboratori e azienda.
Cosa si intende generalmente quando si parla di benessere?
Quando si parla di benessere ci si può riferire al benessere soggettivo (subjective well-being) che riguarda la percezione di sé, legata all’esperienza soggettiva e personale di vita (ovvero il bilancio tra emozioni costruttive e distruttive, la considerazione di quanto ci si sente felici della propria esistenza), sia al benessere psicologico o eudaimonico (psychological well-being). Questo è legato al raggiungimento di obiettivi significativi per l’individuo e quindi all’autorealizzazione personale, all’attualizzazione delle proprie potenzialità e risorse individuali. Tale concetto riguarda non solo l’essere soddisfatti, ma comprende anche l’idea di un percorso di sviluppo e crescita della persona all’interno del suo ambiente, che comporta:
- la valutazione positiva di sé stessi e della propria vita (accettazione di sé),
- il sentirsi in grado di esprimere il proprio potenziale (crescita personale),
- il direzionare le proprie energie verso obiettivi definiti, che diano un senso alla propria vita (scopo della vita),
- lo stabilire e sostenere relazioni di qualità con gli altri, basate sulla fiducia, sull’empatia e sulla reciprocità (relazioni positive con gli altri),
- la capacità di gestire efficacemente la propria vita e il mondo circostante (padronanza dell’ambiente),
- la capacità di essere indipendenti e di autodeterminarsi (autonomia).
Quando invece si parla di benessere in ambito lavorativo ci si riferisce generalmente al livello di soddisfazione del dipendente relativamente al proprio lavoro e alla tipologia di attività svolta. Esso è legato all’impegno professionale ed ai livelli di stress e burnout raggiunti.
Esiste un legame tra produttività e benessere, che sembra molto chiaro sia ai ricercatori – i quali hanno indagato tale correlazione positiva dal punto di vista scientifico, ma anche alle aziende stesse. Ad esempio, un’indagine intrapresa dal laboratorio di ricerca e promozione sociale “Percorsi di secondo welfare”, nei giorni seguenti l’avvio del lockdown imposto dalla crisi del Covid-19, ha portato alla luce la disponibilità di molte imprese a mettersi in gioco nel fornire strumenti di welfare straordinari ai propri collaboratori e alle comunità, per fronteggiare l’emergenza. Questa tendenza a porre attenzione al benessere dei lavoratori sembra attualmente continuare anche nel lento ma continuo passaggio dallo stato di emergenza allo stato new normal. Ne abbiamo traccia nel Rapporto Welfare Index PMI della sesta edizione (2021) che riporta il livello del welfare aziendale nelle piccole e medie imprese italiane e aspettiamo con curiosità il prossimo settembre per verificare quali saranno i livelli raggiunti relativi al Rapporto dell’anno in corso.
Nello stesso modo in cui si è evinta la relazione tra produttività e benessere, è stato rilevato in letteratura anche il legame tra quest’ultimo e l’Intelligenza Emotiva. Gli innumerevoli studi evidence based che hanno indagato e indagano tuttora su questo tema dimostrano empiricamente che riconoscere le proprie emozioni, comprendere i pensieri ed i sentimenti degli altri, regolare i propri stati d’animo, mantenere delle relazioni sane e saper prendere delle decisioni responsabili sono competenze associate a diversi outcome positivi, tra i quali proprio un maggiore benessere fisico e mentale.
Possiamo dire che questo legame emerge chiaramente anche dalla ricerca sullo State of the heart dell’Intelligenza Emotiva, che Six Seconds effettua periodicamente producendo un report che rende disponibile gratuitamente al pubblico (Per scaricare la tua copia del report, in cui trovi i risultati sulle tendenze dell’IE dal 2011 con un approfondimento sulla realtà italiana, vai qui: https://italia.6seconds.org/lo-sviluppo-dellintelligenza-emotiva-in-italia-state-of-heart/).
I quattro indicatori di successo nel modello Six Seconds di Intelligenza Emotiva
Lo strumento di misura sviluppato dal team di Six Seconds sulla specificità del proprio modello teorico di Intelligenza Emotiva è il Six Seconds Emotional Intelligence Assessment (SEI). Tale strumento, oltre ad essere una misura di autovalutazione delle otto competenze dell’Intelligenza Emotiva (per approfondire il modello teorico vai su: https://italia.6seconds.org/il-modello-six-seconds/),
permette anche di estrarre in modo psicometricamente attendibile, il punteggio relativo a quattro indicatori specifici: benessere, qualità di vita, efficacia e relazioni interpersonali.
Questi quattro indici, così suddivisi, rappresentano concettualmente quanto detto sul benessere nel paragrafo precedente. Nel loro insieme, infatti, sono fattori che danno una indicazione generale su quanto la persona si considera serena, affermata, realizzata ed in armonico equilibrio verso sé stessa e l’ambiente che la circonda. Tale equilibrato bilanciamento viene definito da Six Seconds con il termine successo, intendendo riferirsi ai diversi aspetti della vita degli individui, sia personali che professionali.
Dicevamo poco sopra che anche gli studi effettuati da Six Seconds sullo State of the Heart dell’Intelligenza Emotiva del 2021, hanno messo in luce la presenza di una correlazione lineare positiva, statisticamente significativa, tra l’intelligenza emotiva ed il “successo”, rilevata associando le quattro dimensioni benessere, qualità di vita, efficacia e relazioni interpersonali. Ciò vuol dire che punteggi elevati nelle otto competenze dell’intelligenza emotiva, possono ragionevolmente predire un aumento del “successo” di circa il 50% – come si evince dal report del 2021.
Dall’Intelligenza Emotiva al Benessere e alla Produttività
Da quanto riportato sinora, risulta quindi che l’Intelligenza Emotiva è correlata positivamente al benessere / successo, il quale è a sua volta direttamente legato all’aumento della produttività lavorativa.
Una persona che sa comprendere e riconoscere le emozioni proprie e altrui, ha una lettura più profonda di sé e dell’ambiente, che gli permette di osservare il “non detto” nelle relazioni e di cogliere quelle vibrazioni che aiutano nelle scelte. Conseguentemente, è in grado di gestire gli stati d’animo verso azioni e obiettivi di senso e valore, con maggiore intenzionalità, motivazione ed ottimismo. L’aver a disposizione queste capacità genera nell’individuo una percezione di autoefficacia, un senso di autostima e di fiducia nelle proprie risorse ed in quelle altrui, che sono tra gli elementi costituenti dello star bene. E come in un circolo virtuoso, questo star bene porta ad essere performanti, efficienti e quindi più produttivi nello svolgimento dei propri compiti e attività professionali.
Cogliere il valore del legame correlazionale lineare positivo tra benessere – che noi abbiamo ridefinito con il termine ombrello “successo” e produttività lavorativa, e tra intelligenza emotiva e benessere, significa teoricamente disporre di una strategia aziendale scientificamente verificata.
La strategia è costituita da una singola indicazione, semplice ma potente ovvero il suggerimento dell’ambito in cui poter far partire la scintilla che innesca il processo virtuoso poc’anzi descritto e che porta all’esito finale positivo di un aumento della produttività lavorativa.
L’ambito indicato non è altro che quello dell’educazione alle singole competenze dell’intelligenza emotiva.
Una modalità vincente per raggiungere un maggiore benessere ed una maggiore produttività in azienda potrebbe essere quindi l’intervento sistematico di educazione alle competenze sociali ed emotive, l’impegno a far sì che le persone apprendano a pensare, sentire e agire in modo emotivamente intelligente.
Acquisire tali qualità è fondamentale per la formazione e lo sviluppo di ogni essere umano, in un’ottica di lifelong education e lifelong learning. Pianificare interventi per acquisire le competenze dell’Intelligenza Emotiva implica quindi anche questo aspetto altamente positivo e motivante di educazione e apprendimento indipendentemente dall’età, vale a dire la possibilità per tutti gli individui di allenare questi “muscoli speciali” in modo efficace, in qualsiasi contesto ambientale.
Noi siamo pronti a sostenerti nel potenziare le competenze dell’Intelligenza Emotiva in vista del maggiore benessere dei tuoi collaboratori e di una maggiore produttività della tua azienda. E tu, sei pronto ad attivarti con noi?
Deborah Giovannoni, Redazione EQ Biz
Trasformazioni organizzative
Valorizzare il capitale emozionale dell’azienda e degli stakeholder interni ed esterni al fine di ottimizzare l’impatto sociale dell’impresa