L’intelligenza emotiva è cruciale per migliorare la nostra leadership e una competenza che diventerà sempre più importante per dirigenti e manager su tutta la linea. Le richieste di equità, inclusione, fiducia ed engagement non sono mai state così forti: per raggiungere questi obiettivi, i leader devono ora più che mai porsi in ascolto e connessione per comprendere bisogni e punti di vista differenti e costruire un senso di scopo comune, condiviso, che consenta di attivarsi per trovare soluzioni insieme ai loro team.
Questo grande cambiamento di paradigma inizia dal nostro stile comunicativo, da come scegliamo di porci verso gli altri. Ecco alcuni suggerimenti per allenare strategie più empatiche, anche quando il nostro interlocutore è fisicamente lontano, e consolidare le nostre alleanze:
1. “Dimmi di più”.
Questa è una delle frasi più potenti ed è tra le nostre preferite per allenare l’intelligenza emotiva. Rassicura l’altra persona rispetto al tuo interesse, porta la conversazione ad un livello più profondo ed evita la tentazione di spostare il fulcro di una conversazione dall’altra persona a te stesso.
2. “Grazie per la comprensione.”
Una frase che puoi usare in sostituzione o affiancata alle scuse: queste ultime, infatti, focalizzano l’attenzione su di te, mentre quello che vogliamo è imparare a bilanciare il focus tra noi e gli altri. In questo modo, valorizziamo la gratitudine e l’apprezzamento per il gesto del nostro interlocutore.
3. Poni domande per cui sei realmente interessato alla risposta oppure apri la conversazione con una semplice affermazione, purché sincera (es. “grazie di essere passato”).
4. “Ha senso?”
Questa è una domanda molto potente ed emotivamente intelligente che consente alle persone di dare suggerimenti, sintonizzarsi con il loro pubblico e coinvolgere gli altri in una conversazione, indipendentemente dai ruoli ricoperti. Questa espressione rende, infatti, molto più facile per l’altra persona rispondere in modo veritiero e completo.
5. Ascoltare, semplicemente esserci senza dire o fare nulla, comunicando supporto ma, al contempo, lasciando all’altro lo spazio per evocare altri pensieri ed emozioni. Non si tratta di essere “semplicemente” gentili, ma di non imporre soluzioni o trarre conclusioni affrettate per conto dell’altro, che potrebbero risultare inopportune o addirittura controproducenti. Prendersi cura dell’altro, senza prenderne il posto.
Quale strategia ti sarà più facile mettere in atto da subito per migliorare la tua leadership?
Ilaria Iseppato, Communication Manager Six Seconds Italia e Program Manager EQ Biz