Ha senso parlare di intelligenza emotiva nell’epoca dell’intelligenza artificiale?

Ogni giorno sentiamo parlare sia sul web che sui media tradizionali degli incredibili progressi dell’intelligenza artificiale (IA) e ancor di più della sua applicazione in sempre più ampi settori della nostra vita e delle aziende, straordinari algoritmi che minacciano di insediare addirittura la leadership manageriale nella funzione di direzione strategica del business.
Ma è davvero così?

In realtà, l’introduzione massiva in azienda di software in grado di occuparsi di compiti che sino a poco tempo fa sarebbe stato impensabile affidare alla tecnologia rende necessario, in parallelo, una sempre maggiore attenzione alle persone, alle relazioni, alle competenze socio emotive.

Ciò è tanto vero non solo perché comunicare, persuadere, ascoltare, dialogare, motivare alla realizzazione di una visione comune sono skills che nessuna macchina potrà mai agire come l’essere umano, ma perché ogni trasformazione – ancor più se riguarda team e intere organizzazioni – non può compiersi e realizzarsi appieno se le persone che sono chiamate ad esserne gli attori protagonisti non sono pienamente ingaggiate, motivate e allineate rispetto ai nuovi scenari.

Nel 70% dei casi, il cambiamento fallisce o implode, anche quando vede l’impiego di straordinarie applicazioni di IA, perché non accompagnato e sostenuto da un analogo cambiamento in termini di cultura aziendale, sostegno della fiducia, condivisione di un senso di scopo comune, attenzione alle dinamiche socio emotive: tutto questo è possibile attraverso l’allenamento e la messa a terra delle competenze dell’intelligenza emotiva, capaci di generare scenari caratterizzati da:

• rinnovata autonomia dei componenti del team,
• creatività individuale e di gruppo,
• attenzione al benessere individuale,
• compartecipazione alle decisioni,
• comunicazione chiara e assertiva.

Ti senti pronto/a ad affrontare questa duplice sfida?