La collaborazione è uno dei pilastri su cui dovrebbero essere costruiti tutti i lavori relazionali, che siano di Team o di Customer, collaborare insieme ai colleghi e ai responsabili o con i propri clienti, permette di ottimizzare tempo ed energie in maniera sicuramente performante.
L’intelligenza Emotiva allarga questa possibiità di collaborazione anche con sé stessi: essere consapevoli delle proprie competenze, dei propri margini di crescita e dei propri obietivi ci rende collaborativi con quello che vogliamo e con quello che ci richiedono gli altri.
Ecco allora sei consigli pratici per collaborare in modo più efficace, creare un clima omogeneo nel Team e aumentarne la produttività.
1. Condividere una visione collettiva che crei un sano coinvolgimento emotivo
Questo è un punto base su cui libri e manuali sulla Leadership nei team hanno scritto fiumi di parole. Le squadre di lavoro si autodistruggono non per il trattamento economico che l’Azienda corrisponde ai componenti ma proprio per l’incapacità del Capo di trasformarsi un Leader. Non scrivo, tra l’altro, una novità se pensiamo a quanto sia più potente un coinvolgimento emotivo rispetto a quello economico. Avere un obiettivo condiviso emozionalmente nel gruppo fa si che le ore di lavoro non si contino, che i Talenti diventino degli ingranaggi ben oleati e che creatività ed innovazione ti apparino in piena notte producendo scariche di adrenalina. L’impegno emotivo ci fa superare anche gli alti e bassi che fanno parte della nostra personalità e dei processi produttivi e creativi.
2. Usare l’EQ per capire i tuoi punti di forza e le tue limitazioni
Ma perché pensare a cosa non sto facendo bene, invece che puntare su quelle cose che mi vengono un gran bene, fluide, facili: i nostri Talenti. È di fondamentale importanza comprendere i nostri punti di forza per attivarli sulle nostre aree di miglioramento e nei Team Aziendali è di fondamentale importanza capirli, per tutti i membri del Team, perché questa consapevolezza aiuterà il Leader a guidarli e farli collaborare tra di loro in maniera produttiva. Quando sono consapevole che i miei punti di forza sono apprezzati nella squadra e i miei limiti sono accettati, avrò il coraggio di chiedere supporto, quando sarà necessario e so che mi verrà dato, grazie ad una vision condivisa.
Questa reciproca consapevolezza e accettazione è ciò che crea la fiducia, essenziale per quel tipo di collaborazione, che crea prestazioni elevate in Azienda.
3. Conoscere come funzioniamo, le nostre diversità, gli stili di apprendimento dei nostri cervelli all’interno di un Team
Le Neuroscienze sono appassionanti quando ci spiegano i diversi stili del cervello. Vedo così tanto valore in loro, in particolare quando si lavora in gruppo creano equilibrio, ci forniscono di un linguaggio comune che ci permette di capire come lavoriamo insieme, quali possibilità abbiamo e come relazionarci in maniera produttiva.
Prendete due ingredienti per ottenere un ottimo Team di lavoro: un capo progetto Visionario e il suo collega Scienziato. Sapere come si muovono questi due stili di cervello permetterà al loro Responsabile di interagire con il primo facendogli vedere come il progetto farà bene alle persone, al loro benessere emotivo. Al secondo, dati alla mano, dovrà fornirgli statistiche e numeri che ne rafforzino il potenziale sull’obiettivo da raggiungere. Anche le loro discussioni saranno sicuramente accese ma costruttive perché basate sulla consapevolezza dello stile dell’altro, delle modalità con cui ognuno dei due, in modi differenti, arriveranno al risultato condiviso. Questo ci permetterà di ottimizzare il tempo, senza inutili mal di pancia e nervosismi, di aumentare la produttività del gruppo mantenendo un giusto equilibrio tra il risultato razionale e quello emotivo.
La conoscenza quindi dei diversi stili del nostro cervello permette una maggiore collaborazione all’interno della squadra.
4. Riconoscere i Pattern all’interno del Team
Avere una consapevolezza condivisa ci permette di capirci meglio; riconoscere in che modo i nostri modelli condivisi possono favorire o inibire le prestazioni. Se sono a conoscenza che Marco ha come modalità quella di parlare per primo, io parlerò per secondo, tra l’altro lui parla poco, io invece sono nella modalità del parlatore e quindi avrò bisogno di più tempo di lui. Questo per rappresentarvi un tipico esempio di modalità diverse con cui all’interno di un Team Aziendale ci si può relazionare nel rispetto della conoscenza di sé stessi e dell’altro. Riconoscere quindi questi schemi ci permette sia di migliorare là dove li vediamo non essere positivi verso il nostro obiettivo e anche di convivere con gli schemi dell’altro senza irritazione.
Le abitudini che consolidiamo negli anni oggi, nel mondo lavorativo, richiedono flessibilità, vanno modificate o rinnovate a seconda del Team con cui collaboriamo o consolidate se vediamo che quelle abitudini sono performanti per il gruppo migliorandone la collaborazione al suo interno.
5. Aumentare l’empatia per evitare stress
La strada che unisce due stili diversi del nostro cervello è sicuramente l’Empatia. Ritornando all’esempio precedente in cui devono collaborare due stili come lo Scienziato e il Visionario, uno razionale l’altro emotivo, è chiaro che per poter convivere e capirsi devono aprirsi al mondo dell’altro alle sue modalità, anche se non condivise ma comprese e come tali empaticamente tradotte in una collaborazione d’eccellenza. Definirsi “non empatico”, si sa, non corrisponde al vero, ma diventa un alibi a chi, caratterialmente, essere empatici costa fatica. I neuroni specchio da cui parte la nostra possibilità di essere empatici reagiscono in tutti noi ma è nostra la scelta di attivare l’empatia o meno. All’interno di un Team l’empatia è quell’ attrezzo che ci permette nei momenti di sconforto, di stress, di frustrazione, di stanchezza di condividere con gli altri questi sentimenti, comprenderne le ragioni e collaborare con persone didtanti dal nostro modo di essere. Ci permette di capire che siamo umani, non esseri perfetti e che prima di tutto dobbiamo essere empatici con noi stessi, marci, per poter collaborare con gli altri.
Certo allo Scienziato verrà più complicato essere empatico nel suo mondo razionale, ma il Visionario potrà aiutarlo dal suo mondo emotivo.
6. Avere un linguaggio comune
L’intelligenza Emotiva ha una grande forza: ci accomuna in un linguaggio costruttivo tra persone che provengono da realtà diverse ma che vivono, in quanto tutti esseri umani, emozioni condivise permettendo di lavorare insieme in maniera produttiva.
Non può esserci una collaborazione ottimale se si insite a parla lingue diverse, ad usare una comunicazione all’interno del team mono corde, che non tiene conto delle modalità comunicative e di apprendimento diverse per ogni individuo della Squadra.
Avere un linguaggio comune, portare l’Intelligenza Emotiva dalla cima alla base degli organigrammi aziendali sono le fondamenta per una Azienda produttiva, competitiva, innovativa e con un turn over fisiologico.
Nelle occasioni di Change Map, di nuovi orientamento dei mercati, di rinnovamenti produttivi, l’atteggiamento che fornisce un linguaggio comune è la chiave per non perdere occasioni uniche e di collaborare per realizzarle.
Fiducia non sarà, quindi solo una parola, ma un base su cui l’Azienda si potrà appoggiare e costruire il proprio futuro.
Performance Improvement

Declinare l’intelligenza emotiva per raggiungere obiettivi di team e aziendali attraverso l’individuazione dei talenti dei singoli e l’incremento delle capacità collaborative dei gruppi di lavoro.