Essere i migliori tra i leader d’azienda oggi non significa più solo realizzare grandi prodotti o servizi. Si tratta anche di avere empatia, di comprendere e navigare le emozioni, di scegliere guidati e motivati da un forte senso di scopo. In sintesi, di allenare costantemente la propria Intelligenza Emotiva. L’intelligenza emotiva, nota anche come quoziente emotivo (EQ), è la capacità di monitorare e gestire le proprie emozioni, interpretare correttamente i segnali emotivi degli altri e quindi utilizzare tutte queste informazioni, sia interne che esterne, come guida per le nostre scelte.
Ma qual è la connessione tra l’intelligenza emotiva e la performance?
Le persone che sono consapevoli delle proprie emozioni notandole, nominandole e navigandole nelle loro interazioni, e quelle che possono leggere bene i segnali emotivi degli altri, tendono ad essere più flessibili, più resilienti e persino ad avere maggior successo. Infatti, in “Intelligenza Emotiva 2.0”, gli autori Travis Bradberry e Jean Greaves affermano che il 90% dei top performer ha un EQ alto e che le persone con un EQ alto guadagnano $ 29.000 in più all’anno rispetto a quelle con un EQ basso. Affermano, inoltre, che il 58% delle prestazioni lavorative è il risultato dell’intelligenza emotiva. L’intelligenza emotiva migliora anche cultura e clima aziendale: i team in genere prosperano quando operano in un ambiente in cui hanno una solida sicurezza psicologica e c’è un dialogo aperto anche sul piano emotivo.
La bella notizia è che l’intelligenza emotiva è qualcosa che puoi allenare e migliorare.
Come esseri umani, tendiamo ad avere un pregiudizio verso la negatività, ma se capovolgessimo l’interruttore e assumessimo un intento positivo, potremmo essere intenzionali nel perseguire ciò che ci avvicina alla migliore versione di noi stessi. Una pratica di gratitudine può, per esempio, aiutarci a riconoscere tutte le cose buone della nostra vita.
Assumersi la responsabilità delle proprie azioni e del modo in cui trattiamo gli altri a volte può essere difficile, ma mostrare vulnerabilità e chiedere scusa quando commettiamo un errore può aiutare gli altri a capire la nostra situazione e ad avvicinarci reciprocamente. Accetta la tua imperfezione in modo da poter essere ricettivo e correttivo quando il tuo comportamento ferisce gli altri. Inoltre, sii un buon ascoltatore attivo. Non preoccuparti di rispondere per impressionare. Invece, dai alle persone la possibilità di dirti cosa pensano e sentono veramente e assicurati di comprendere ed imparare sempre qualcosa.
Infine, a volte ci vuole uno sforzo concertato per cambiare paradigma tutti insieme. Cerca di costruire alcune relazioni di mentoring o coaching per aiutarti a sperimentare prospettive nuove e diverse di crescita ed apprendimento. Sino a diventare tu stesso un leader che funga da allenatore per il suo team.
L’intelligenza emotiva è probabilmente l’elemento più critico del business perché sia i dipendenti che i clienti usano le loro emozioni per determinare come interagire. Come ha detto Maya Angelou, “Le persone dimenticheranno quello che hai detto, le persone dimenticheranno quello che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire“. Migliorare il tuo EQ e coltivarlo all’interno del tuo team e in modo interfunzionale fornisce alla tua azienda basi più solide per garantire sia sicurezza psicologica che un’alta performance. Rendilo una priorità a partire da oggi.
Ilaria Iseppato, Program Manager EQ Biz
People Management
Persone più motivate, ruoli coerenti con le reali potenzialità e KPI aziendali integrati con le caratteristiche personali e di team.