Le organizzazioni oggi, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, la necessità di nuovi modelli organizzativi e soprattutto alla luce dei cambiamenti che ci hanno coinvolto nell’era COVID, si sono accorte in maniera netta della strategicità delle competenze socio emotive per il sistema azienda. L’Intelligenza Emotiva (IE) è finalmente ritenuta una chiave fondamentale per passare da un’azienda inconsapevole, in difesa e reattiva ad un sistema azienda fluido, capace di navigare la complessità che la quarta rivoluzione industriale sta richiedendo.

Sul tema dell’Intelligenza Emotiva chiaramente le posizioni delle aziende sono varie ed individuiamo alcuni livelli:
– azienda inconsapevole > focus sulla routine / approccio reattivo al cambiamento
– azienda teorica > focus sull’esplorazione / approccio di interesse al cambiamento
– azienda capace > focus sull’applicazione/ approccio intenzionale al cambiamento
– azienda fluida > focus sull’interiorizzazione / approccio agile al cambiamento

Per questo processo occorrono change maker interni, professionisti credibili per expertise tecnica e di business, pronti a mettersi in gioco per guidare un cambiamento epocale: un cambio di mindset finalizzato a creare valore per il singolo in relazione all’organizzazione. Inserire l’IE come cuore pulsante.

In Six Seconds, durante quest’anno così particolare, abbiamo avuto la fortuna di incontrare Manager ed HR che hanno deciso di intraprendere un percorso di sviluppo personale e di arricchimento della loro toolbox affinché l’IE possa essere inserita in maniera strutturata nei processi aziendali. Tra loro Lina Donnarumma,  HR Manager presso la Direzione Capitale Umano e Organizzazione di un centro di ricerca scientifica focalizzato sulla tecnologia, l’Istituto Italiano di Tecnologia, in cui ogni giorno gestisce sfide complesse, correlate al grande obiettivo di collaborare alla mission dell’istituzione (alta formazione e sviluppo tecnologico ed imprenditoriale dell’Italia).

Lina, quali sono il focus e le sfide della tua azienda in questo momento?

La mia istituzione sta lavorando sulla individuazione di un modello di leadership proprio basato sull’ascolto, sul feedback continuo, sulla comunicazione per condividere e sulla capacità del leader di agire con comportamenti che favoriscano lo sviluppo professionale, la responsabilizzazione e la fiducia (un po’ da coaching), adeguato alla gestione dei gruppi di lavoro agili perché asincroni nel tempo e nello spazio. Premesso questo, poiché vorremmo poi favorire lo sviluppo delle competenze e l’agire dei comportamenti coerenti con il modello di leadership scelto, direi che come istituzione potremmo posizionarsi nel cluster dell’azienda capace.

Quali sono i passi pratici per introdurre l’IE in azienda? Come li intraprenderai? Quali benefici vedi?

Definito il nostro modello di leadership e le competenze e comportamenti relativi, mapperemo le competenze ed i comportamenti dei manager per analizzare i gap. A quel punto si valuterà, basandomi anche sui miei risultati, se lo sviluppo dell’intelligenza emotiva possa essere una competenza trainante. Nel frattempo, avendo coinvolto una collega nel project work da Practitioner ed avendo intenzione di coinvolgerne altri per il project work da Assessor, valuterò l’efficacia del modello su esponenti del middle management e rileverò i loro feedback che mi aiuteranno a valutare i benefici che ne derivano per l’istituzione e per il nostro modello di leadership. In effetti i colleghi che ho coinvolto nelle restituzioni e nei feedback mi hanno chiesto la valutazione del loro Brain Profile e del SEI Assessment e si sono molto incuriositi sull’argomento.

Perché hai deciso di esplorare il mondo dell’IE? Che percorso in Six Seconds hai deciso di fare e che cosa ti ha lasciato?

Ho deciso di esplorare il mondo dell’intelligenza emotiva per tre motivi:

1)    per individuare e migliorare i miei punti di debolezza come leader, al fine di riuscire ad agire i comportamenti e sviluppare le competenze che il modello di leadership futuro richiederà e che saranno necessarie per la gestione di gruppi di lavoro asincroni e multigenerazionali. Il periodo pandemico, con il lavoro da remoto, ha evidenziato molto bene le difficoltà da superare per gestire progetti ed attività lavorative in modalità non tradizionale: è necessario sviluppare le competenze nei manager e poi agire sui collaboratori. Lavorare sulla propria intelligenza emotiva aiuta a superare le difficoltà che deriveranno dalle nuove modalità organizzative del lavoro.

2)    Per conoscere il modello Six Seconds, applicarlo su me stessa e sul team e valutare la sua efficacia nei confronti dell’organizzazione, dello sviluppo delle persone nonché per la selezione del personale.

3) Sviluppare io per prima le competenze dell’intelligenza emotiva per riuscire ad affrontare il mio cambiamento professionale ed a gestire con efficacia le nuove sfide ed i nuovi incarichi che in questi mesi mi sono stati conferiti e che hanno cambiato radicalmente le mie abitudini lavorative e la mia immagine professionale.

La mia istituzione mi ha quindi permesso di seguire il corso di EQ Practitioner e quello di EQ Assessor. Il corso di Practitioner è stata una vera avventura in un mondo interiore sconosciuto, ha permesso di scrutare me stessa nel profondo e di capire le dinamiche ed il funzionamento del modello, riscontrato efficace sulla mia persona. Mi ha aiutata a conoscermi meglio ed a gestire bene il cambiamento professionale degli ultimi mesi, e grazie ad esso sono riuscita a vedere bene le opportunità che mi venivano offerte.

Il corso di EQ Assessor è stato il giusto completamento del Practitioner perché ho potuto conoscere bene i tool con cui valutare e sviluppare l’intelligenza emotiva. Inoltre, l’applicazione su me stessa di questi tool mi ha permesso di constatare il cambiamento del mio Brain Profile, ed il modello SEI 360 mi ha permesso di conoscere feedback sulla mia persona e sui miei comportamenti da parte di colleghi, responsabili ed amici. Ciò mi ha aiutato ancora di più nella gestione del mio cambiamento e mi ha fornito energia positiva. È stato un percorso che mi ha arricchita come persona e che nel contempo mi ha formato per utilizzare questi tool come Assessor certificato completando la mia formazione professionale.

Qual è la relazione dell’IE con la performance dal tuo punto di vista?

L’intelligenza emotiva è strettamente correlata alla performance: le competenze che si sviluppano e l’avere chiaro il proprio obiettivo eccellente con la capacità di coinvolgere le altre persone necessarie alla realizzazione dello stesso, non può fare altro che aumentare la produttività e le performance. Inoltre, sviluppare capacità relazionali ed empatiche migliora il clima ed il well-being, evitando i cali di produttività derivanti dalle relazioni interpersonali problematiche e dalla gestione dei conflitti.

Come cambierebbe il panorama organizzativo italiano se le aziende decidessero di introdurre l’IE nei loro processi?

Migliorerebbe la qualità della vita e del lavoro di tutti; un mondo migliore in cui ognuno valuterebbe l’effetto sugli altri delle proprie azioni.

Lorenzo Fariselli, Direttore EQ Biz

Certificazione professionale

Dal 1997 Six Seconds ha certificato e supportato migliaia di EQ Change Makers in 174 Paesi del mondo ed erogato oltre 300.000 assessment per la misurazione dell’intelligenza emotiva.

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