Da un inserto del Corriere della Sera si evince che il 58% dei lavoratori e delle lavoratrici delle principali 10 economie oggi pensa a come migliorare il rapporto vita/lavoro, dando sempre più importanza alla ricerca di un equilibrio tra le due componenti. Allo stesso modo però, l’87% del campione non trova interesse in quello che fa. Da questi dati emergono due interessanti considerazioni:

  • il rapporto vita/lavoro viene inteso non più in termini contrastanti ma come una vera e propria sinergia
  • il coinvolgimento lavorativo diventa un aspetto fondamentale nella carriera professionale di ognun*

In questo, il leader gioca un ruolo cruciale. Come definisce lo stesso Blanchard, il leader deve saper “influire sui comportamenti, orientandoli verso strategie e obiettivi dell’organizzazione adottando una logica di crescita e soddisfazione delle persone”. Per raggiungere tale obiettivo, Six Seconds propone un cambio di paradigma: considerare l’empatia come una componente essenziale della leadership.

Ma cos’è l’empatia?

La classica definizione che vede l’empatia come la capacità di mettersi nei panni dell’altr* rimane ancorata ad un problema di comunicazione, o almeno non coglie a pieno il significato. Six Seconds, invece, definisce l’empatia come la creazione di uno spazio terzo. Le sfide quotidiane che viviamo in prima persona hanno un nostro spazio e viene definito attraverso un nostro punto di vista. Queste interpretazioni dipendono da diversi fattori, tra i quali la cultura e i valori che ci appartengono. Se letta da un’altra persona però, lo spazio per quella sfida sarà ancora diverso. Nessuno dei due è realmente adatto a inquadrare bene la sfida in atto: l’empatia aiuta a cogliere le istanze di entrambi per creare uno spazio terzo adatto a confrontare le varie forme del problema. Ciò non significa che questo dev’essere un luogo dove cercare e trovare una soluzione: la componente empatica permette di arricchire di significato l’esperienza sfidante per poi vedere le cose da un’altra prospettiva.

Tornando alla definizione di leader, dunque, il processo di influenza e di accompagnamento del gruppo coglie esattamente la definizione di empatia fin qui intesa. Se “il cambiamento avviene a livello emozionale”, come sostiene J. Freedman, la componente empatica risulta fondamentale: oggi essere leader è aprire questo spazio e giocarselo al meglio mediante territori di confronto e di inclusione con il beneficio di costruire soluzioni insieme.

A che punto siamo con l’utilizzo dell’empatia?

Dall’analisi del triennio 2018-2020 l’Italia, purtroppo, si ritrova al di sotto della media internazionale. Dallo stesso triennio, la comparazione tra il periodo pre e post-pandemia ha permesso di individuare un decremento dell’1,3%: come essere umani, se non siamo allenati all’empatia, quando ci troviamo di fronte a sfide particolarmente difficili, rischiamo di annullare la componente empatica chiudendoci in noi stessi. In questi termini, la divulgazione diviene sì un elemento importante, ma mettersi in gioco è ciò che dobbiamo realmente fare.

In quanto allenabile, dunque, l’empatia si può acquisire attraverso forme di impegno personale: la struttura dell’Intelligenza Emotiva comprende una serie di competenze utili, tra le quali la comprensione delle emozioni e la navigazione delle stesse. Migliorare l’empatia non ci permette solamente di comunicare meglio ma ci dà la vera possibilità di creare le condizioni di ascolto affinché le persone si sentano libere di esprimere le proprie opinioni e il proprio stato d’animo. Il coinvolgimento, dunque, necessita la creazione di un rapporto di fiducia reciproca: mettersi in ascolto per raggiungere determinati obiettivi è la chiave per la crescita del gruppo. E, per un leader, costituire uno spazio comune aiuta a creare condivisione e libertà di opinione. In un’ottica di reciprocità, l’empatia crea spazi inclusivi e opinione condivisa: una vera e propria ricchezza.

Vito Aliperta, Redazione EQ Biz
(Il presente contributo è tratto da un recente scambio via webinar tra Lorenzo Fariselli, Direttore EQ Biz e Carlo Bisi, Active Member EQ Biz)

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