Albert Einstein anni fa diceva: “Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi Paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall’ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. Lo sbaglio delle persone e dei Paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. È nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro! L’ unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla…”

I tempi cambiano ma il funzionamento umano resta lo stesso. E che ci piaccia o no, le più grandi innovazioni sono nate sempre in periodi difficili. L’uomo ha una natura bizzarra ed esprime il suo massimo potenziale solo quando è in difficoltà. Forse per la tendenza innata del nostro cervello a cercare di risparmiare energia per questioni di “economia di funzionamento”.

Ma questa è solo una mia ipotesi. Fatto sta che nei momenti di crisi, di “ansia” come dice Einstein, riceviamo una spinta! Questo è un momento storico eccezionale da questo punto di vista. Il covid, i lockdown, la paura, la crisi del lavoro e della socialità, uno stile di vita pesantemente intaccato.

Questa spinta può avere diverse direzioni, alcune decisamente discutibili, altre invece positive, molto positive. Come ad esempio lo sviluppo definitivo dello smart working, di cui si parlava da anni (ma che boomers reazionari in posizione di potere faticavano ad accettare), oppure la ricerca medica legata ai vaccini a mRNA che potrà avere, si spera, impatti importanti anche sulla cura del cancro. Al di là dei grandi fenomeni sociali però ognuno di noi ha avuto l’opportunità di reagire a questa spinta d’ansia.

La nostra capacità di cavalcare questa emozione ha fatto e farà la differenza.

Conosco persone che hanno imparato a dipingere, altre che si sono inventate nuovi modi di fare business o che hanno cominciato a rimettersi in forma. Una infinità di piccole reazioni positive, spesso creative. Non voglio dire che sia bello avere una epidemia tra le scatole, ma che la nostra capacità di reagire e navigare il disagio come sempre fa e farà la differenza. 
In che modo state vi state allenando a sfruttare la saggezza delle emozioni per creare e innovare, nella vita privata come in azienda?

Paolo Mazzaglia, Active Member EQ Biz

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