L’etimologia del termine imprenditore ci riporta al verbo latino “intraprendere” ovvero l’azione di cominciare qualcosa, di avviare un’iniziativa. Il nucleo semantico della parola imprenditore ruota quindi intorno all’idea di promuovere e realizzare delle attività. Nel tempo il significato si è espanso, arrivando a legarsi al concetto di crescita, sviluppo economico e innovazione tecnologica. Ad oggi, noi consideriamo l’imprenditore come colui che ha la funzione di innovare metodi e processi di produzione o di dirigere un’azienda in modo innovativo.

Il periodo di pandemia che stiamo vivendo ha colpito e sta tuttora mettendo a dura prova milioni di aziende in tutto il mondo. Il recente Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti, riporta che nel 2020 più di un milione di aziende statunitensi sono state chiuse in gran parte a causa della pandemia di Covid-19 e che il numero di fallimenti dello scorso anno e di quelli attualmente previsti, si avvicineranno ai livelli osservati nel trimestre peggiore della crisi finanziaria del 2008-2009.

Comprendiamo bene quindi che oggi, come non mai, avviare, gestire e mantenere un’azienda è una grande sfida da compiere. Gli imprenditori devono avere percezione e consapevolezza della situazione ambientale generale affinché trovare soluzioni e risorse non solo per limitare le perdite, ma per mettere in atto una effettiva ripartenza da zero…, o quasi. Questo cosa comporta? Attivazione di nuovi servizi, cambiamento dei modelli di business, ricerca di nuove opportunità da sfruttare. Sarà fondamentale avere aiuti concreti, liquidità, incentivi per la ripartenza, sgravi fiscali, burocrazia snella.

Ma… cos’altro è necessario?

Lasciarsi guidare dalle emozioni

Lasciarsi guidare dalle emozioni significa sfruttare il proprio sentire e trarre da questo razionalmente le informazioni che portano alla messa in atto di scelte consapevoli. Significa far incontrare in un armonioso dialogo le nostre parti emotiva e razionale, per essere più efficaci nelle azioni che compiamo e quindi nella crescita. E’ l’agire emotivamente intelligente che l’imprenditore può mettere in campo!

I dati che osserviamo dalla ricerca scientifica sul tema dell’imprenditorialità sostengono correlazioni positive con le competenze dell’intelligenza emotiva. Uno studio della Kelley School of Business dell’Università dell’Indiana afferma che per la sopravvivenza di un’azienda, l’intelligenza emotiva (la capacità di comprendere, usare e gestire le emozioni proprie e degli altri) è più vitale di quanto si pensava in precedenza. “Abbiamo scoperto che gli imprenditori traggono beneficio molto di più dalle competenze emotive rispetto ad altre competenze, come il QI. E questo, a seguito dell’incertezza elevata e dell’ambiguità che derivano dal mondo dell’imprenditorialità; cosa ancor più evidente nei periodi di crisi”, ha dichiarato Regan Stevenson, nello studio citato.

Competenze come la consapevolezza di sé, l’utilizzo del pensiero sequenziale, la motivazione interna, l’ottimismo, le capacità relazionali, l’empatia, l’orientamento alla crescita verso il perseguimento di obiettivi eccellenti, facilitano il comportamento imprenditoriale. Queste abilità migliorano il riconoscimento delle opportunità, la creatività e aiutano il processo decisionale in situazioni emotivamente turbolente, consentendo risposte adattive a eventi imprevedibili.

Per poter affrontare con maggior successo la complessità economica di un periodo storico senza precedenti e poter “intraprendere” iniziative consapevoli, è quanto mai necessario potenziare quelle qualità individuali che permettono di fare la differenza. L’Intelligenza Emotiva può metterci nelle condizioni psicologiche, fisiche e relazionali adeguate a vincere la sfida.

Deborah Giovannoni, Redazione EQ Biz

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